La fortezza Monti

Un tempo si usava dire, parlando dell'Europa, che essa costituiva una fortezza a fronte di un'area geografica che ne minacciava le certezze, economiche, di civiltà e anche razziali.

Questa fortezza si è dimostrata però un edificio pieno di varchi dentro cui non sono passati i barbari del sud, bensì le manovre finanziarie a tutto campo messe in opera dal civilissimo occidente. In un primo tempo sembrava che la tempesta fosse opera delle bolle immobiliari di oltre oceano, ma man mano che la crisi avanzava ci si è accorti che ci trovavamo di fronte a ben altro. La demonizzazione della Grecia come socio dissoluto della UE non è bastata a nascondere la verità. La crisi si è quindi presentata nella sua vera essenza.

A mettere in chiaro le cose ci ha pensato un amico fedele dell'Europa unita, Romano Prodi, il quale in un'intervista recente a Repubblica ha detto esplicitamente che al mondo ci sono solo due realtà veramente indipendenti, gli USA e la Cina. Quindi questa Europa Unita con la sua retorica comunitaria e col suo Euro minacciato di estinzione sta naufragando sotto il sogno irrealizzato di costituire un polo indipendente con cui il mondo dovrebbe fare i conti.

Il velo della retorica europeista si è squarciato quando dalle parole si è passati al conto che la crisi presentava. Banche e debiti sovrani si sono trovati nella impossibilità di essere salvati senza uno sforzo comunitario a cui la Germania si è opposta tenacemente. Come dire, i poveri con i poveri e i ricchi con i ricchi. E l'Europa? E l'euro? Diciamo che nel furore della polemica ci si era dimenticati che segando il ramo veniva giù tutta l'impalcatura.

Ora ci si trova in mezzo al guado nella speranza che si riesca a fare quel percorso faticoso che Mario Monti indica. Lacrime e sangue per recuperare solidità finanziaria e possibilità di ripresa economica, volendo significare per ripresa economica una diversa autonomia dell'Europa nel contesto internazionale. Su questo progetto di Monti (e di Draghi) si stanno riposizionando anche le opzioni politiche italiane, con l'asse UDC-PD e con la necessaria interlocuzione con quella sinistra che, al pari di quella francese, serve a dare la dimensione 'sociale' del progetto fortezza guidato da una borghesia consapevole del suo ruolo.

Erregi

3 luglio 2012


Ritorna alla prima pagina