Senza una forte spallata
l'inciucio si stabilizza

Se si analizza l'evoluzione del quadro politico si capisce che, nonostante la condanna definitiva di Berlusconi, i legami tra i componenti delle vaste intese si mantengono ancora solidi e le interdipendenze continuano a sussistere. Senza di questo gli equilibri vacillano e le prospettive elettorali non garantiscono un futuro di stabilità.

E' per questo che l'autunno prefigura un incartamento istituzionale e scambio di ruoli che fanno saltare i confini politici tra le forze governative guidate dallo sponsor del Quirinale. A questo punto, si dovrebbe dire, ne vedremo delle belle, in particolare sulla vicenda Berlusconi, ma qui non si tratta di mettersi sulla sponda del fiume in attesa che il cadavere passi. Si tratta invece di capire, aldilà della retorica, se ci sono e quali sono le forze in campo che possono ribaltare gli scenari o contrastarli seriamente.

Due fattori di opposizione, con differenze di ruoli, si vanno consolidando. Da questi escludiamo ovviamente SEL che si dimostra sempre più una voce di dissenso dentro il quadro del centro-sinistra. Una voce che non mette in discussione la strategia del PD o perlomeno non la incrina, aldilà delle parole. Le due forze che stanno consolidando il loro ruolo di opposizione sono i grillini e il fronte demolaburista rappresentato da Rodotà e Landini. Ambedue queste forze possono creare problemi non indifferenti al governo e allo stesso PD che continua ad accreditare il suo ruolo futuro di alternativa.

I grillini battono sulle questioni di illegalità parlamentare del governo Letta, i demolaburisti, se hanno capito la lezione delle improvvisazioni ingroiane, si preparerebbero a delegittimare il partito democratico indebolendone la tenuta sul versante della sinistra moderata, su quello del lavoro e sulla difesa della Costituzione.

E' chiaro, per noi, che non possiamo delegare a queste forze di opposizione gli esiti della battaglia che si concluderà con le elezioni europee. In campo deve essere rappresentata la vasta area astensionista che finalmente, essendo la parte più radicale dell'opposizione, deve riconoscersi non con il voto, ma con l'appoggio a un programma che evidenzi questa radicalità sui contenuti sociali e di lotta alla criminalità politica.

L'astensionismo dovrà in particolare giocare un ruolo fondamentale per le prossime elezioni europee. Se l'astensione in Italia è una risposta a questo potere che vede al governo mafiosi e delinquenti, il non voto per l'Europa diventa questione strategica.

L'Unione Europea è chiaramente l'espressione della finanza, dei poteri economici che lottano per l'affermazione degli interessi del capitale, della NATO che esercita, in collaborazione con l'imperialismo americano, il dominio militare in gran parte del mondo.

Sradicare nella coscienza degli italiani (e dei popoli europei) l'idea che questa Unione Europea debba sopravvivere è un compito prioritario del movimento antimperialista. Per questo la prova astensionista nelle elezioni europee diventa decisiva.

Erregi

7 agosto 2013


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