Palestina: i ruoli si chiariscono

Mentre i coccodrilli italiani 'amici' dei palestinesi spargono lacrime per la rottura del sogno dei 'due popoli e due stati' e arrivano anche ad accusare i paesi 'democratici' di aver contribuito a determinare con la loro intransigenza la situazione attuale, i fatti si incaricano di dimostrare alcune verità che fino ad oggi venivano classificate come posizioni estremiste. La prima verità riguarda Abu Mazen e il suo contorno di Al Fatah. Dopo che la 'comunità internazionale', cioè gli USA e l'UE, hanno deciso di revocare l'embargo al governo illegittimo nominato dal presidente e il governo israeliano ha offerto tutta la sua collaborazione economico-militare è possibile dissociare la figura di Abu Mazen da quella di Karzai e di Al Maliki, cioè dai due fantocci tenuti in piedi dalle baionette americane rispettivamente in Afghanistan e in Iraq? Il moderato Abu Mazen si è rivelato per quello che è sempre stato: una marionetta che deve tenere in piedi la farsa del dialogo tra due popoli e che è solito pranzare col carnefice Olmert mentre l'esercito dei nazi-sionisti massacra i palestinesi. E' ormai chiaro che Abu Mazen è il Quisling tenuto in piedi dagli imperialisti occidentali per vanificare la causa del riscatto palestinese. Questa situazione ha però sbilanciato gli 'amici' dei palestinesi di casa nostra, quelli per intenderci che per decenni hanno teorizzato la via ragionevole alla soluzione della questione palestinese, quella del dialogo tra il carnefice e la vittima per arrivare ad uno stato 'indipendente' palestinese su circa il 9% della Palestina storica. Quelli, per intenderci che confondevano e ancora confondono la Palestina con i territori aldilà del Giordano.

Le vicende ultime hanno tolto il giocattolo di mano ai 'sostenitori' italiani dei palestinesi, a coloro cioè che hanno occupato la scena della solidarietà senza mai indicare gli obiettivi veri della lotta, cioò il nazi-sionismo e la fine della colonizzazione della Palestina. Ora che i veli sono caduti sulla natura di quella che viene definita 'autorità palestinese', che cosa rimane in piedi delle vecchie impostazioni? Ci si deve affidare a Blair e al quartetto per trovare una via d'uscita?

Fortunatamente, a Gaza Hamas è riuscita a liquidare il cancro della corruzione politica e affaristica di Fatah e a far fallire il disegno di riportare la questione palestinese nell'ambito del controllo occidentale. Naturalmente, con questo fallimento sono stati messi con le spalle al muro i fauturi della terza via che è esistita solo nella mente degli opportunisti della sinistra nostrana.

Certamente non si può nascondere la difficoltà che dopo la vittoria a Gaza devono superare la popolazione e i militanti di Hamas, ma se dobbiamo valutare la situazione che si sta creando attorno ad Israele, a partire dal Libano per arrivare a Gaza, è evidente che il disegno statunitense e israeliano di concentrare lo scontro in un sol punto - l'Iraq - in una prospettiva di 'pacificazione' del Medio Oriente è fallito.

L'accerchiamento attorno ad Israele e alle forze americane si va estendendo. Questo ci insegna la vittoria di Hamas a Gaza e nostro compito è quello di combattere, in Italia, quelle posizioni che vogliono riproporci una solidarietà senza contenuti.

Erregi

28 giugno 2007


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