Parliamoci chiaro, mi riferisco al cretinismo elettoralistico, questa volta i sostenitori del meno peggio, della difesa della falce e martello e i critici del qualunquismo antielettoralistico, hanno sbagliato obiettivo. Credevano di avere di fronte la solita posizione ideologica, quella per intenderci del tipo "il nostro candidato che non è presente nelle liste", riferita al faccione di Marx. Invece il nostro appello astensionista ha un significato politico, di attualità e dice stavolta no, il voto è una cosa seria astieniti!.
Sarà forse questo approccio che ha scatenato nei settori 'radicali' una reazione che mi sembra isterica e poco motivata. Vorremmo che questi settori rispondessero a queste due domande: è giusto o no contribuire a colare a picco la lista dei governisti dell'Arcobaleno, oppure vogliamo farci rappresentare da costoro nei prossimi anni? E'o no un'operazione politica liquidare il bertinottismo e costruire una muraglia cinese tra i compagni e le compagne e l'imbroglio neosocialdemocratico?
Seconda domanda: è compatibile con questo importante obiettivo politico la formazione di liste elettorali 'rivoluzionarie' e sicuramente ambigue per gli sviluppi futuri, che somigliano tanto alle improvvisazioni postsessantottesche e che imitano l'esperienza di democrazia proletaria?
Noi non vogliamo col nostro appello aumentare il peso del partito astensionista, ma costruire un discorso politico e di prospettiva sulla sconfitta dell'arcobaleno, evitando di cadere nell'equivoco e nell'imbroglio delle liste testimoniali, con o senza falce e martello. Per noi fare la scelta astensionista è dunque un atto di coraggio e di chiarezza e anche la misura di come sia maturata un'esigenza di cambiamento che faccia i conti con i miti e i riti di una certa sinistra. Di questo si ha paura quando si attaccano gli 'astensionisti'?
Inutile, peraltro, tirare in ballo il discorso che Annibale è alle porte. Il veltronismo ha introdotto una novità non indifferente che è quella della variante di sistema, cioè destra e sinistra dentro la variante di sistema. Ai compagni e alle compagne che sono preoccupati della svolta autoritaria raccomanderei di leggere meglio la situazione. Se abbiamo scritto anche che il voto è una cosa seria, e per questo invitiamo ad astenersi, non è certo un caso. Abbiamo considerato anche che cosa c'è veramente alle porte e di che cosa preoccuparsi.
Per cui TUTTI A ROMA IL 30 MARZO.
Erregi
14 marzo 2008