Comunisti: dibattito sulle prospettive

No grazie, cambiamo musica

II comitato politico di Nuova Unità, questa entità ‘partitica’ che si è sovrapposta al comitato o ai comitati di redazione in modo repentino, ci ha invitato ad una riunione a Roma per l'8 aprile scorso presentandola come una prosecuzione dell’incontro di Firenze del 3 marzo.

A questa riunione ci siamo rifiutati di partecipare non essendo affatto chiaro lo scopo e gli interlocutori.

Come molti compagni ricorderanno, nel corso dell’incontro di Firenze qualcuno era intervenuto salutando il fatto che almeno quattro ‘organizzazioni' si erano trovate d’accordo nel discorso sul fronte per la ricostituzione del partito comunista.

A parte la inevitabile domanda che ci siamo posti sul perché tanta volontà di incontro non abbia trovato fino al 3 marzo possibilità di realizzazione, dal momento che giornaletti e indirizzi erano già noti, ci è sembrato che un tal modo di affrontare la discussione ci stesse riportando indietro e di molto. Non vogliamo dire che ci si è trovati ancora una volta di fronte al famoso maniaco della mazzafionda, che andava con le donne per poter utilizzare l’elastico delle mutande, ma la direzione imboccata dai compagni del comitato politico di Nuova Unità ci sembra sia proprio questa.

Dire infatti che la riunione indetta a Roma, che peraltro ci consta si sia conclusa con un nulla di fatto, fosse la prosecuzione della riunione di Firenze significa non capire il senso di quella iniziativa e di quella precedente che si è svolta a Torino. E’ il caso di ripetere qui che gli incontri che abbiamo promosso, peraltro assieme ai compagni di Nuova Unità, non avevano assolutamente il carattere di riunioni tra stati maggiori di sedicenti organizzazioni comuniste o di fondazione di fronti per la ricostituzione di partiti sulla base della solita retorica priva di contenuti. Torino e Firenze dovevano servire ad avviare un dialogo tra comunisti su alcune questioni che sono preliminari a qualsiasi processo organizzativo e che vale la pena ripetere:

1) Collaborazione tra comunisti per affrontare in maniera nuova la battaglia per la difesa del patrimonio teorico e storico del movimento comunista contro la liquidazione di ‘sinistra' di tale patrimonio che sta avendo negli ultimi tempi una virulenza da parte di chi si vuole accreditare come comunista 'nuovo'.

2) Apertura di canali di dibattito politico e strategico tra compagni ed esperienze organizzate fuori dagli schemi consueti delle autoproclamazioni.

3) Utilizzazione delle sinergie disponibili per dar vita a punti di programma che i comunisti ritengono essenziali, come la lotta antimperialista e lo scontro sociale.

Questi punti, che pure abbiamo definito assieme ai compagni di Nuova Unità quale base del confronto, sono stati rifiutati da gruppi e persone che ci hanno riproposto la solita solfa di una astratta purezza rivoluzionaria senza effettivi contenuti politici e strategici e soluzioni organizzative che sono la panacea di tutte le frustrazioni ed incapacità politiche dei gruppetti che si ergono a partito.

All’invito a partecipare a confronti di questo tipo abbiamo sempre detto no e lo diciamo anche se questo invito viene da Nuova Unità, la cui redazione o stato maggiore è, per coerenza e onestà politica, tenuta a chiarire la sua vera posizione.

Se dobbiamo essere sinceri, l’esito negativo della riunione di Firenze del 3 marzo è anche dovuto alla ambiguità con cui i compagni di Nuova Unità hanno gestito la presidenza, impedendoci di fatto di riaffermare il senso vero della iniziativa. Questi compagni si sono imbarcati nel solito giochetto dei quattro cantoni coi gruppettari di turno, contribuendo al fallimento della iniziativa comune. Di questo terremo conto per il futuro per evitare equivoci.

Ritorna alla prima pagina