Chiarezza sul governo
e sul Partito dei Comunisti Italiani

Cari compagni,

di recente ho avuto modo di esaminare il numero di gennaio-febbraio 2000 della rivista GRAMSCI pubblicata dal Centro Lenin Gramsci, nella quale sono contenuti numerosi articoli - alcuni dei quali, come l’editoriale, di notevole impianto culturale - e una parte degli atti di un convegno svoltosi a Teramo nel settembre scorso, certamente interessanti.

Richiamo però l’attenzione di tutti i compagni su una ambiguità e una reticenza di fondo che, per chiarezza e lealtà di comportamento da parte di chi si dichiara comunista, ritengo vadano sciolte.

Negli scritti degli esponenti del Centro, nei quali si parla in astratto del passato, del presente e del futuro, e dei compiti dei comunisti in ogni paese, si evita accuratamente di esprimere un chiaro ed esplicito giudizio su un fatto presente e concreto del nostro paese, ossia sulla politica interna e internazionale del governo D’Alema e sull’appoggio diretto e partecipativo a tale governo, con ministri e sottosegretari, da parte del PdCI (Partito dei Comunisti Italiani). La nostra valutazione è ben nota: questo governo sta portando avanti una politica reazionaria sul piano interno e imperialista sul piano internazionale, con un’aggressività senza precedenti negli ultimi cinquant’anni. Citando solo per titoli gli atti più gravi ed eclatanti del governo, basta ricordare: la distruzione di tutte le conquiste sociali strappate dai lavoratori con durissime lotte (salario, sanità, casa, scuola, previdenza, sicurezza); la privatizzazione selvaggia del patrimonio pubblico, ivi compresa la cessione a società straniere di tutte le fonti energetiche del nostro paese; la criminale guerra biologica, chimica e nucleare contro il fiero ed eroico popolo jugoslavo; la trasformazione del nostro esercito da popolare a professionale.

Di questi gravissimi atti governativi è pienamente complice e corresponsabile il PdCI su cui, come sul governo, esprimiamo un durissimo giudizio di condanna, con l’aggravante di essersi dato il nome abusivo di "comunista".

Invito pertanto il gruppo dirigente del Centro Lenin Gramsci ad affrontare apertamente tali questioni e ad esprimere un suo netto e chiaro giudizio su di esse e tutti i nostri compagni ad intervenire su Aginform su questa mia presa di posizione.

Fraterni saluti

Adolfo Amoroso

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