Roma, Berlino, New York:
dalle assemblee per l'incriminazione dei governi NATO
un forte appello alla mobilitazione contro l'imperialismo

Una mole impressionante di testimonianze, dati, ricerche, analisi, libri, video, è confluita tra il 2 e il 10 giugno nelle tre assemblee che a Berlino, Roma, New York hanno concluso, per ora, il lavoro dei tribunali internazionali contro i crimini della NATO in Jugoslavia. Ne viene una fotografia impressionante della criminale aggressione della NATO nei Balcani e un appello pressante alla mobilitazione generale contro l'imperialismo, minaccia suprema per l'umanità intera.

Berlino

A Berlino il 2-3 giugno un'assemblea di diverse centinaia di persone riunita nella stessa sede della "Chiesa della Santa Croce" in cui il lavoro era iniziato il 30 ottobre 1999 ha contribuito attivamente a un vero e proprio processo, anche nella forma, contro la NATO e il governo tedesco, a cominciare dalla lettura di un voluminoso atto d'accusa - pubblicato interamente nei giorni precedenti in un inserto speciale del quotidiano "Junge Welt" - in cui vengono scrupolosamente elencate le violazioni delle leggi internazionali e interne commesse dalla NATO. L'atto d'accusa redatto a Berlino ha il pregio di distinguere nettamente il capitolo della preparazione scientifica e della pianificazione della guerra (di cui la ricerca dei pretesti da dare in pasto all'opinione pubblica è solo una appendice) e il capitolo dei crimini commessi nella conduzione della guerra stessa in spregio a tutte le norme di salvaguardia delle popolazioni civili. L'atto d'accusa mette inoltre bene in evidenza il motore specificamente europeo (e in particolare tedesco) della guerra, la cui importanza rischia sempre di essere minimizzata (e il discorso vale naturalmente anche per l'Italia) di fronte al ruolo militare preponderante degli Stati Uniti. Il "processo" alla NATO di Berlino è continuato con l'audizione di diversi testimoni provenienti dalla Jugoslavia (vittime dei bombardamenti sui villaggi, dirigenti di ospedali colpiti, lavoratori della radiotelevisione bombardata) e con gli interventi di numerosi esperti e delegazioni internazionali, fino al verdetto di colpevolezza pronunciato da una giuria internazionale presieduta dal giurista amburghese Norman Paech e composta in particolare da numerosi esponenti dell'Europa orientale, come Stanislav Patejdl dell'associazione per la pace della Repubblica Ceca, Barbara Krygier del Comitato slavo della Polonia, Rezsö Bányász della Fondazione per la Neutralità dell'Ungheria, Valery Aleksandrov, deputato della Bielorussia, Will Romatschenko del comitato slavo dell'Ucraina e altri. L'attività del Tribunale a Berlino ha costituito in effetti un ponte significativo per la costruzione di stabili rapporti con l'opposizione alla guerra in tutti i paesi dell'Europa orientale e con i tribunali che si sono tenuti nei mesi scorsi in Russia (Yaroslav), Ucraina (Kiev) e Jugoslavia (Belgrado, 25 marzo).

Roma

A Roma, la sessione finale della sezione italiana ha avuto luogo il 3 giugno all'Università Valdese, con l'adesione di un numero assai elevato di comitati, associazioni, singoli compagni, ed è stata preceduta da una riunione dei numerosi comitati che hanno mantenuto l'iniziativa contro la NATO in questi mesi e che si propongono di darle ulteriore sviluppo. Una presidenza composta dai giuristi Raniero La Valle, Aldo Bernardini e Gabriele Cerminara ha ascoltato le relazioni di Pasquale Vilardo, Carlo Pona, Stefano De Angelis, Fulvio Grimaldi, Giulia Barone, Falco Accame sui diversi aspettti del lavoro di raccolta delle testimonianze contro i crimini NATO su cui era stato focalizzato il lavoro nelle cinque "sessioni" tenutesi tra febbraio e maggio. Anche il tribunale italiano ha cercato di concentrare il lavoro sulle specifiche e gravi responsabilità del governo italiano e delle forze politiche che lo hanno sostenuto (si vedano le accuse riportate a lato) e quindi su aspetti come in particolare l'utilizzo della vasta rete di basi USAe NATO in Italia, sottratte a ogni controllo, le nefandezze della missione Arcobaleno, l'assunzione delle più gravi decisioni politiche e militari al di fuori di qualsiasi quadro di legalità democratica, le azioni criminali condotte in prima persona dai mezzi di informazione, compreso il servizio pubblico. All'assemblea ha portato il suo saluto l'incaricato d'affari jugoslavo a Roma Slavko Njegomir.

New York

A New York il 10 giugno alla presenza di oltre 500 persone c'è stata la sintesi finale di tutto questo lavoro, con la partecipazione di delegazioni dalla Russia (Mikhail Kuznetsov), dalla Germania (l'ammiraglio Elmar Schmäling) e dall'Italia (De Angelis, Pona, Grimaldi) in rappresentanza dei diversi tribunali e delle sessioni di lavoro svoltesi nei vari paesi (a quattro delegati ucraini è stato rifiutato il visto di ingresso negli Stati Uniti). L'assemblea, salutata da un messaggio dell'ambasciatore jugoslavo presso l'Onu Jovanovic, ha ascoltato numerose comunicazioni e testimonianze sui crimini contro la pace e sui crimini di guerra e contro l'umanità. Una giuria composta da 16 personalità di 11 diversi paesi, tra cui Raniero la Valle per il tribunale italiano, Wolfgang Richter e Christa Anders per quello tedesco, Yole Stanesic per quello russo e ucraino, il deputato spagnolo Angeles Maestro Martin, il coreano Ki Yul Chung, l'haitiano Ben Dupuy, già ambasciatore del primo governo di Jean-Bertrand Aristide, ha pronunciato al termine dei lavori il verdetto di colpevolezza che riprende i 19 punti dell'accusa formulata da Ramsey Clark a New York il 31 luglio 1999. Il verdetto si conclude con una serie di "raccomandazioni" per la lotta contro la NATO e l'imperialismo. Ne riportiamo il testo:

«Esigiamo la revoca immediata di tutti gli embarghi, le sanzioni e le misure punitive contro la Jugoslavia, che costituiscono un crimine in atto contro l’umanità. Chiediamo la fine immediata dell’occupazione NATO di territori appartenenti alla Jugoslavia, lo smantellamento di tutte le basi e il ritiro di tutte le forze militari NATO e USA dai Balcani. Chiediamo la cessazione di tutte le operazioni, palesi e segrete, finalizzate al rovesciamento del governo della Jugoslavia, tra le quali va annoverato anche il "Tribunale Internazionale per la ex-Jugoslavia" che ha sede a L’Aia.

Chiediamo che alla Repubblica Federale Jugoslava vengano riconosciute riparazioni piene per i morti, i feriti e i danni economici e ambientali prodotti dai bombardamenti NATO, dalle sanzioni e dai blocchi economici, e che riparazioni siano garantite anche agli altri paesi della regione che hanno subito danni economici e ambientali a causa dei bombardamenti e delle sanzioni economiche...

Rivolgiamo un appello pressante all’azione e alla mobilitazione per fermare le nuove e vecchie aggressioni e imposizioni di sanzioni da parte degli USA e delle altre potenze NATO contro l’Iraq, Cuba, la Corea del Nord, i paesi dell’Europa orientale e dell’ex Unione Sovietica, l’Asia, Portorico, il Sudan, la Colombia e altri paesi. Chiediamo la cessazione immediata di tutte le operazioni palesi e segrete degli USA e della NATO in questi paesi.

Riteniamo che gli interessi della pace, della giustizia e del progresso umano impongano l’abolizione della NATO, che ha dimostrato, al di là di ogni dubbio, di essere uno strumento di aggressione delle potenze dominanti e colonizzatrici e in particolare degli Stati Uniti. Il Pentagono, che costituisce l’elemento centrale e decisivo della NATO e rappresenta la maggiore minaccia per i popoli di tutto il mondo deve essere sciolto.»

Prospettive

Il lavoro dei tribunali contro la NATO è concluso, per ora, ma lascia un bagaglio importante. Non solo un bagaglio di conoscenze e di analisi, che viene messo a disposizione di tutti ed è indispensabile per valutare correttamente la situazione, ma anche una rete di rapporti di collaborazione e di fiducia reciproca che dovranno dar luogo a forme e strumenti adeguati di lavoro per dare efficacia alla lotta contro la NATO e l'imperialismo. E' il compito che nessuno si è nascosto, a Berlino, come a Roma e New York e che sta nella mente di tutti.

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